Gli studenti incontrano Bisrat

Gli studenti incontrano Bisrat

Il racconto del viaggio della speranza da parte di chi lo ha vissuto in prima persona aiuta i giovani ad interrogarsi sui perché. L’articolo che segue, uscito su Vita Trentina il 3 febbraio 2021, ci racconta di questo incontro.

<< Uno degli impegni che, da sempre, noi volontari di ACCRI abbiamo assunto è quello di mettere a contatto la scuola, quindi le giovani generazioni, con le realtà del Sud del mondo.

Per far questo al meglio utilizziamo strumenti didattici specifici, come laboratori interattivi ed attività di simulazione, ma pure la testimonianza di volontari rientrati dai nostri progetti di cooperazione internazionale.

In questi ultimi anni abbiamo dato voce anche a chi dal Sud proviene, poiché il racconto del “viaggio della speranza” da parte della persona che l’ha vissuto davvero, è uno strumento efficace per frantumare stereotipi e pregiudizi e favorire la comunanza solidale con chi cerca nel nostro Paese la salvezza.

Recentemente abbiamo conosciuto Bisrat Gebru che a vent’anni è scappato dall’Eritrea, paese soffocato da una dittatura che dura da quasi tre decenni, ed è giunto in Italia dopo aver attraversato il deserto del Sudan, l’inferno della Libia e il Mediterraneo a bordo di un gommone.

Da alcuni anni Bisrat ha ricostruito la propria vita nella nostra realtà trentina, proprio per questo ha accettato di entrare nelle nostre classi e raccontare la propria storia: “conosco l’importanza di portare a conoscenza dei giovani la mia storia ed esperienza di vita, perché questo crea consapevolezza su cosa significa migrare”.

Ascoltarlo è spesso difficile perché i suoi ricordi narrano un’esperienza di libertà negate, di violenza e sopraffazione. Le sue parole lasciano intuire che la sofferenza ha lasciato cicatrici profonde e ricordare gli costa fatica, ma lo stesso ha deciso di aiutare l’ACCRI nelle sue attività di informazione.

Come noi Bisrat conosce l’importanza di informare i giovani sul fenomeno migratorio, e lo fa con i propri strumenti, non attraverso i dati ma con il racconto della sua vita.

Questo crea subito empatia e rende l’esperienza migratoria non più un fenomeno da studiare, ma una realtà vissuta. I ragazzi così cominciano ad interrogarsi sui perché, sulle cause e le conseguenze; fanno domande, cercano risposte…vogliono capire. 

Bisrat riconosce che è sempre emozionante per lui osservare gli sguardi dei ragazzi, all’inizio svogliati, poi incuriositi alla fine contemporaneamente segnati e stupiti da ciò che hanno ascoltato.

Per noi di ACCRI la collaborazione con Bisrat ci aiuta a realizzare le nostre attività formative: gli studenti scoprono cosa significa libertà negata e da ciò imparano a dare valore alla propria esperienza di libertà garantita; ascoltando cosa significa vivere in un paese senza diritti e da ciò capiscono l’importanza di essere protetti da leggi e vincoli costituzionali.

……..è il Sud che aiuta il Nord a riflettere su sé stesso: vera esperienza di educazione alla cittadinanza globale.

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