Come preparare il CAFFE’ DEI BALCANI

Come preparare il CAFFE’ DEI BALCANI

Foto di Dex Ezekiel su Unsplash

Ricette dal Mondo – la cultura attraverso la cucina

Abbiamo raccolto per voi alcune ricette delle culture presenti sul territorio di Trieste perché… l’amicizia vien mangiando!

La ricetta del caffè dei Balcani viene raccontata da Svetlana, che lega indissolubilmente la preparazione al ricordo di un momento conviviale…

Svetlana racconta:

“Vi racconto questa ricetta semplice solo per condividere una piccola, ma bella ed importante storia di vita.

Tutto inizia negli anni ’90: dopo tre anni passati nella guerra in Bosnia, mio marito, mio figlio di undici anni ed io ci troviamo nella bella Trieste. Cominciamo a stare bene, ci riprendiamo dopo anni difficili, ma inaspettatamente tutto cambia e ci troviamo nella situazione di dover risolvere alcuni problemi esistenziali.

In quei giorni conosciamo una famiglia triestina eccezionale che ci ha aiutati in modo generoso e dignitoso.

Dopo qualche tempo, superato questo periodo difficile, siamo ritornati in Bosnia e ora, trascorso quasi un quarto di secolo, manteniamo sempre l’amicizia con questa famiglia meravigliosa. Una famiglia che non ci permetteva mai neanche di ringraziarli abbastanza, facendo sempre e comunque più per noi.

Durante il periodo trascorso a Trieste, venne a trovarci Chiara, il nostro angelo, che ci ha accolti nell’appartamento di suo nonno, recentemente scomparso. La sua generosità era tale da non permetterci neppure di pagare le spese condominiali.

Foto di yucar studios su Unsplash

Venne con il suo ragazzo e io offrii loro il caffè. Appena arrivati a Trieste, abbiamo adottato subito l’indispensabile caffettiera italiana che tutt’ora usiamo e regaliamo agli amici che vivono in Bosnia. Quel giorno però volli offrire loro il caffè bosniaco, che è come il caffè turco e si prepara in tutti i Paesi balcanici.

Eravamo seduti in cucina, Chiara e il suo ragazzo seguivano la semplice preparazione.

La preparazione del caffé

Di solito si usa un contenitore con il manico lungo chiamato dzezva (si pronuncia gesva), oppure un pentolino in cui versare l’acqua nella misura di una tazzina per persona, in cui si aggiunge lo zucchero a seconda dei gusti. Si mette sul fuoco e si attende che l’acqua inizi a bollire. A questo punto si toglie il pentolino dal fuoco e si aggiunge il caffè nella misura di un cucchiaino per ogni tazzina. Si rimette sul fuoco, che si deve spegnere prima dell’ebollizione, quando il caffè comincia a salire in superficie. Versato, il caffè nelle tazzine, è necessario attendere che i fondi del caffè si depositino. I fondi rimangono sul fondo delle tazzine una volta bevuto il caffè.

Ma questa storia non è finita qui… Alcuni giorni dopo, Chiara ritornò a casa nostra, era sorridente e mi disse dalla porta: “Sai Svetlana, mi è stato molto utile osservare come hai preparato il caffè bosniaco per noi”. Chiara era una giovanissima fisioterapista che lavorava in uno studio e in quei giorni diceva di avere una paziente che viveva da sola e che era in cura per un problema al polso. Si lamentava perché non riusciva ad aprire e a chiudere la caffettiera e non poteva quindi farsi il caffè. Chiara si era ricordata del pentolino e di come avevo preparato il caffè senza fare alcuno sforzo per il polso. Raccontò alla sua paziente il procedimento e lei ne fu contentissima perché aveva potuto prepararsi il caffè.

E così, questa nostra storia vissuta a Trieste con questa splendida famiglia, ogni tanto trova il suo posto tra i nostri amici quando beviamo diversi tipi di caffè. Chiara è diventata una professionista di alto livello e anche noi abbiamo vissuto vari passaggi positivi. Ma questo non conta quanto questa inestimabile amicizia.”

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